Trumpate

Ieri c'era l'anniversario della caduta del muro di Berlino. Per aggiunger il significato a questa data si è associato un altro evento: Donald Trump è diventato quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti. Stamattina si già raccontavano le barzellette sul nostro nuovo eroe. In una, quella più accattivante, si dice che lui è un razzista è la prova è che appena arrivato a Casa Bianca abbia tolto il posto di lavoro ad un nero. Questa barza può essere inserita nel genere umorismo nero (questa è la mia aggiunta). Non so se la battuta è stata inventata sulla nostra penisola oppure ci è arrivata da oltreoceano, ma è forte. La maggioranza dei mei colleghi in ufficio e i miei amici è sconvolta dall'avvenuto, in modo negativo. Vedono un futuro nero (non ho capito perché, visto che il presidente adesso è bianco). Lo stesso vale anche per i nostri personaggi pubblici, cioè politici, giornalisti e altri protagonisti dalla nostra realtà.

 

Io, al contrario, sono proprio contento della scelta che gli Americani hanno adoperato. Conosco poche persone che condividono il mio pensiero, ma ci sono. Lo scontro elettorale maschio – femmina era inusualmente ferocie, almeno per lo stato più potente del mondo. I contendenti si sono scambiati delle offese, senza risparmiarsi. Ma il nostro maschio vincente era un po' offensivo anche verso gli soggetti esterni, quelli che da ieri dovrà governare. Si riferiva spesso alle donne e alle minoranze presenti sul territorio in un modo aspro. Molte cose erano dette e fatte anche nel lontano passato, ma sono state scavate ai scopi di annientamento del candidato repubblicano. Lo accusavano per le offese, offendendolo in modo ancora peggiore. Il problema è che quando offendi un candidato che è stato eletto nelle primarie, offendi contemporaneamente anche tutti coloro che lo supportano; più o meno mezz'America.

 

A supporto della femmina che voleva presidiare il governo si sono messi molti vip. Tra coloro sporge, almeno per me, l'attore Robert de Niro. Sporge per la sua fama e per livello offensivo al quale si è rialzato per esprimere il proprio oddio verso Donald. Dire di quest'ultimo che è peggio di un cane e di un maiale, non è una cosa molto bella. Parla più di lui, che del oggetto del suo scarico adrenalinico. Si rivolgeva a Trump, ma anche a tutti color che volevano votarlo. Gli aveva detto indirettamente che sono stupidi, senza cervello e che il livello della loro intelligenza è bassissimo. La prova è che votano per quel idiota. Non credo che qualche di quelli che volevano votare Trump abbia cambiato idea. Probabilmente si è convinto ancora di più sulla propria scelta.

 

Ma lo scopo di questi discorsi non dovrebbe essere di convincere gli avversari di cambiare l'idea e di votare l'altra parte? Mi sembra l'unica logica con cui si potrebbe interpretare un intervento pubblico. Faccio fatica a comprendere che la squadra democratica poteva commettere questi errori. L'intervento di De Niro non era unico con questo tipo. Cosa dire della bassezza raggiunta da Madonna che offriva certi servizi ai maschietti che votavano la Clinton (anche se devo ammettere che la sua proposta poteva attirare qualche sostenitore di Trump a cambiare la squadra). Tutto orchestrato da un posto centrale dai democratici. Più oddio e cuore che cervello, e cervello in questi casi conta. Perdoniamoli perché queste cose succedono anche da noi, molto frequentemente. Cari, cercate di ricordarvi che offendendo un avversario politico offendete anche tutti i cittadini che pensano come lui. E in democrazia è legittimo pensare diversamente; basta rispettare anche il pensiero degli altri.

 

La vittoria di Trump, attaccato anche del suo stesso partito (anche questo gli ha aiutato a vincere), mostra chiaramente che la gente è nauseata dall'attuale classe politica, dalle oligarchie che governano e che hanno perso ogni contatto con la realtà, con la vita quotidiana sempre più difficile di coloro che sono base della società. La base produttiva. Tutti altri vivono sulla loro fatica producendo soldi dai soldi, senza passare per qualcosa che veramente serve all'uomo. La politica di oggi, un po' in tutto il mondo, è a servizio delle banche, delle società multinazionali e dei poteri forti. Noi che non contiamo niente, ma che siamo una maggioranza assoluta, siamo fuori dei loro pensieri. Interessante è considerare che altri come noi, sempre sulla metà come numero, votano dall'altra parte. A volte mi chiedo perché? Si illudono di far parte di quell'altro mondo, al quale effettivamente non appartengono. E' piacevole sentirsi in forza ma da una grande delusione scoprire che le cose non sono fatte come sembrano.

 

Adesso ci rimane a vedere se Donald farà quello che prometteva. Io sono scettico. Prima di tutto lui è uno di loro, un magnate. Pertanto i suoi interessi sono molto più vicina a coloro che appartenetemene combatte. Dovrebbe esser veramente un personaggio grande per andare contro i propri interessi, ma a faccia non mi sembra. Una quasi prova che le cose non stanno come sembra sono i mercati finanziari ed il mercato delle valute, cioè forex al quale ultimamente mi sono avvicinato. Dopo qualche ora sembrava che crollerà tutto il sistema, ma in giornata si è ribaltato tutto l'impianto. Tutte le borse positive e il dollaro cresce alla grande. E qualcuno mi vuole convincere che questa barzelletta è seria. Ma fattemi piacere, qui non cambia niente!

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