Sul razzismo

Se ne parla molto ultimamente e ci sarà una ragione perché il razzismo occupa così tanto spazio mediatico. Ma prima di esprimere le mie idee a proposito di questa piaga umana, vorrei dire qualcosa sulle primarie del Partito democratico che si sono svolte ieri e oggi sono il tema principale dei quotidiani e delle reti televisive. Ci sono molte prove chi il nostro popolo è molto creativo. Ieri mattina sono andato al bar del paese per bere un caffè. Non mi passava l’idea di andare a votare per le loro primarie. Non voglio intromettermi nella casa degli altri; che si facciano male da soli, senza mio aiuto. E così bevendo il primo caffè del giorno o sentito la battuta. Uno di fronte al barman spiegava che il PD organizza le primarie per poter avere un loro candidato vincente. Bella! Dopo le batoste nelle ultime elezioni regionali (anche se loro confermano diversamente), ci sta tutta ed è proprio indovinata e molto celere. Ecco perché è piacevole bere il caffè mattutino in un bar; a casa tua una battuta di genere non la puoi proprio sentire. Ti rallegra la giornata e ti apre gli occhi, penso politicamente.


Ha vinto in modo prepotente il fratello meno popolare. Si festeggia grande affluenza e la vittoria in campo di uno dei candidati. Quest’ultima ha sicuramente un significato positivo per loro. Se il vincitore non raggiungeva il 50% più un voto, tutto si rimandava all’assemblea nazionale e là poteva succedere di tutto. Perciò, gli è andata bene. Bene da questi due punti di vista, ma il nuovo segretario non è uno che può portare alla rinascita il partito che ha cambiato tante volte il nome. Per questo fatto è poco riconoscibile in quanto la maggioranza del loro elettorato è anziana, e si sa che con l’anzianità si perde anche la memoria. Così quelli fanno fatica a capire come si chiama il partito sul quale devono mettere una croce nella scheda elettorale. Ma i votavo sempre il Partito comunista e adesso nono c’è più. Chi corrisponde a questo nome; avevo sentito una signora anziane nelle ultime elezioni politiche dell’anno scorso.


Ho già prodotto la metà del testo desiderato e non ho ancora toccato l’argomento annunciato: il razzismo. Ieri, in concomitanza con le primarie, tutti quelli di sinistra si sono dati un appuntamento a Milano per dimostrare contro il razzismo. Sono state dette delle frasi che non significano niente, che non soltanto non c’entrano con la realtà, ma che sono opposte alle cose facilmente verificabili da tutti coloro che vogliono verificare le cose. La maggioranza delle persone non vuole verificare niente, non desidera utilizzare il proprio cervello per riflettere sui fatti e trarre le conclusioni che hanno una certa logica. No! A loro piace farsi sentire dagli altri, quelli che gli piacciono (non si capisce perché), come stanno le cose e chi è colpevole per questo e quello. Si confondono i concetti, perché qualcuno li vuole confondere. Alla fine, si ottiene che la legalità diventa il sinonimo per il razzismo.

 


Partiamo dai fatti inconfondibili: abbiamo qualche centinaia di migliaia degli immigrati irregolari. Perché sono qui? Perché qualcuno gli ha fatto entrare senza chiedere che sia rispettata la procedura di ingresso in un paese straniero. Anche le leggi internazionali prevedono una verifica dell’identità della persona che entra nel paese. Ci saranno dei responsabili che hanno fatto entrare tali persone nel nostro paese. Qualcuno risponderà che tra di loro comunque potrebbero esistere le persone che avranno diritto all’asilo. È vero, ma devono avere un’identità; è l’unico modo in cui noi possiamo verificare se esistono gli elementi per la richiesta dell’asilo. Alla fine di tutta la storia, alcuni ottengono l’asilo e gli altri no. Cosa succede con questi ultimi? Rimangono clandestini, ma dovrebbero essere espulsi. Ci sarà una legge che dice chi è responsabile per la loro espulsione? Forse nemmeno, conoscendo la nostra legislatura. Se esiste, qualcuno è responsabile e se non esiste, c’è sempre uno che è responsabile, ma non si sa chi è. Non si tratta del razzismo, cioè che io mi sento superiore a tutta quella gente che viene a sfuggire dai guai o cercando un futuro più promettente (ragazzi, anche voi dovete pensare un attimo prima di scegliere il paese nel quale volete approdare).


Pertanto, si tratta di rispettare le leggi e non di razzismo. Tutti quelle persone per bene che accetterebbero tutti gli immigrati con le braccia aperte, ovviamente non vivono nelle zone piene di profughi. Loro è una posizione spirituale, non pratica e morale, perché il morale cambia in funzione dei parametri che ti circondano. E quando hai paura per tua figlia quando torna a casa tardi e per questo vai dalla sua amica a prelevarla e portarla a casa, diventi anche un po’ razzista. È quelli che ci governavano ci hanno portato a questo punto.

 

 

 

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