La prescrizione è andata a prescriversi. Per capire meglio questa parte, devi leggerti l'articolo precedente. Eravamo nell'era del precovid e tutta l'attenzione era rivolta verso la politica, verso le genialità messe in campo dalla nostra dirigenza, quella massima, dello Stato. Ci hanno portato in un'area incostituzionale senza che nessuno agisse a proposito. Qualcuno per legge doveva denunciare e sancire questa situazione che toglie il rispetto di un importantissimo articolo della nostra costituzione che prevede che i processi devono essere limitati nel tempo, cioè che l'imputato non può rimanere per sempre sotto l'accusa. Riflettendo su questa vicenda per tanto tempo, in un'occasione dove un intervento del nostro Presidente della Repubblica non mi è piaciuto molto, mi si è chiarito che anche lui ha una bella responsabilità in questa faccenda. Ha firmato una legge che non doveva firmare. Nei media si trovava qualche piccolo accenno, ma niente di serio ed insistente. Perché, diciamocela tutta, i media sono sottomessi e sono al servizio della politica. Sulle cose meno importanti si trovano delle opinioni diverse, ma quando si va su qualcosa più importante, la voce diventa quasi univoca.
Il governa apparentemente rischiava di cadere, ma è arrivato l'aiuto: la pandemia del virus chiamato COVID-19. Il tema della prescrizione era la prima vittima del virus. Mi è venuta anche l'idea che il governo si è impegnato nella diffusione della malattia. Guardate in giro: non c'era da nessuna parte tranne da noi. Dopo, per le leggi della natura si è diffusa anche negli altri paesi. Quell'informazione che è arrivata da noi, che il virus è stato importato dalla Germania, è una bufala mediatica. In effetti, fisicamente è arrivata da là, ma sulla nostra richiesta in quanto non eravamo capaci di trovare in giro un virus decente che ci infetti. Dico noi, anche se la responsabilità è del Governo, perché in quella posizione gli abbiamo messo noi. Oppure non è proprio così? Un'altra indicazione che rafforza l'ipotesi sopra avanzata è il fatto che con questa pandemia, l'esecutivo ha la scusa per tutte le idiozie fatte nel passato ed attualmente. In più, hanno il portafoglio aperto per spendere i nostri soldi come vogliono loro. Grazie allo stato di emergenza, non devono nemmeno impegnarsi per avere l'approvazione del parlamento. Per loro è un situazione vincente.
Dall'inizio di questa crisi sanitaria è passato mezz'anno e adesso le diatribe ricominciano. Se ne sono accorti che la gente si è abituata all'emergenza e si è disaffezionata alle problematiche legate. Prima o poi uno deve staccarsi psicologicamente dal problema, se no si diventa malati mentali e il nostro corpo e la nostra mente ci difendono da questi brutti processi. Siamo nel settembre e il problema principale è che bisogna aprire le scuole, nonostante un'impennata dei contagi, dovuta principalmente alle vacanze estive. In effetti, la scuola non è il problema principale, ma la gestione di tale crisi avrà le ripercussioni sulle elezioni regionali a metà del mese. Hai gestito bene la faccenda, gli elettori ti premiano, al contrario diventa un disastro. In più, c'è anche il referendum sul taglio dei parlamentari. Nonostante tutti i dubbi che nutro a proposito, ho deciso di votare sì, cioè di ridurre il numero dei parlamentari.
Perché questa mia decisione? Te la fanno sempre complicata. Senti una parte e sei d'accordo, senti quelli che dicono le cose opposte e non ti sembra che hanno torto. Un disastro, ma voluto dai nostri cari rappresentanti. L'argomento principale che mi porta alla mia sentenza finale è risparmio di soldi: meno parlamentari, meno spesa pubblica. Sì, sono ingenuo, perché mica abbassano le tasse per questo. Il tesoretto sprecheranno da qualche altra parte. Ma dal mio punto di vista, meno sono meglio è. Mi fanno ridere certi ragionamenti che si leggono nei giornali. Uno di loro ha messo sulla prima pagina che dice che diminuendo in numero i parlamentari lavoreranno di più e meglio!? Valuto che il giornalista inventore dell'articolo è una persona diversamente intelligente. Oppure è una persona faziosa che prende la posizione in funzione delle proprie convenienze. Noi siamo un paese cattolico, ma se ne freghiamo altamente degli altri, dei nostri concittadini che stanno peggio di noi. Ci interessano soltanto qualche attimo prima delle nuove elezioni e allora tiriamo fuori i nostri soldi (parlo a nome dell'esecutivo; i soldi ovviamente sono quelli nostri, della cittadinanza) e li regaliamo alle fasce più diffuse dei elettori. Il compito ogni anno diventa più semplice, perché c'è un flusso continuo, quotidiano, di quelli della fascia media verso la fascia più bassa. Così il numero delle persone che riesco ad accontentare con gli stessi soldi è sempre più ampio.
Come mi difendo io da questo degenerazione della società? Prima di tutto, mi ritengo uno fortunato perché qualche denaro ce l'ho ancora. Inoltre, non sono spendaccione e mi accontento di poco. Non mi piacciono le cose materiali e specialmente ho l'antipatia verso tutto quello che è considerato il lusso. Pertanto, non guadagno molto, ma spendo di meno. Guardo meno possibile i telegiornali e le altre trasmissioni di approfondimento: quelle approfondiscono soltanto quel buco che ho dalla parte posteriore del mio corpo. Quando niente di questo aiuta il mio sistema nervoso, esco sul balcone e mi godo il panorama. Meglio un tempesta con i lampi e tuoni sopra la città, che un politico che parla.
Alla fine, per sdrammatizzare questa situazione marmellatica (una mia espressione, appena inventata) ecco una battuta che gira nelle reti sociali, forse non tutti seguite la corrente: sono molto intelligente, ma sono asintomatico. Ci si sente l'anno prossimo, se il virus non vince.
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